Tuesday, January 24, 2006

...nanotecnologie italiane...

In una sola paginetta concentrato il meglio,ed il peggio,della scienza in italia....


http://www.repubblica.it/2005/j/sezioni/scienza_e_tecnologia/nanotech/motomolec/motomolec.html

Il testo per intero...che vale la pena..:


Il prototipo ideato aBologna ma assemblato negli Stati UnitiCosì l'Italia si conferma all'avanguardia nelle nanotecnologie
Ecco Sunny, il nanomotore ecologico che parla italianoOra la ricerca chiede fondi per studiare le possibili applicazioni


ROMA - Si chiama Sunny perché funziona ad energia solare, è a quattro tempi come un motore a scoppio ma è formato da due sole molecole. E' il super motore molecolare messo a punto dal team del dipartimento di Chimica "Giacomo Camician" dell'Università di Bologna, diretto da Vincenzo Balzani, descritto questa settimana sulla rivista dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, PNAS. E' ancora presto per parlare di applicazioni in un futuro prossimo: i motori molecolari potrebbero servire per attraversare la membrana delle cellule per introdurre farmaci all'interno, oppure potrebbero diventare i componenti di computer chimici dalle straordinarie capacità di calcolo.
Il progetto è nato in Italia, ma i componenti sono stati costruiti e assemblati oltreoceano, dal gruppo del professor Fraser Stoddart dell'Università della California, a Los Angeles. Si tratta di un motore superveloce, ecologico, che riesce a raggiungere la velocità di 60mila giri al minuto: un milione di volte più veloce dell'unico altro esempio di motore molecolare ad energia pulita, costruito in Olanda.
Il gruppo di Bologna non è nuovo a questo genere di applicazioni in ambito di nanotecnologie: già due anni fa realizzò il cosiddetto "ascensore molecolare", una macchina potentissima, che però necessita ancora di studi per poter essere adeguatamente utilizzata.
Il nuovo nanomotore è formato da due molecole, una dalla forma allungata che funziona da asse di scorrimento, e una a forma di anello, che scorre lungo la prima percorrendo una distanza inferiore al nanometro in meno di un millesimo di secondo.
"La prima cosa da fare", ha spiegato Balzani, uno dei chimici più accreditati nella comunità scientifica internazionale, "sarà orientare i nanomotori nella stessa direzione. Nella soluzione in cui sono disciolti, infatti, i motori colpiti dalla luce entrano in azione tutti insieme. Fanno tutti la stessa cosa, ma sono orientati in modo diverso. La scommessa è quindi riuscire a orientarli tutti nella stessa direzione per farli lavorare all'unisono e sommare il loro lavoro."
"Da 15 anni lavoriamo in questo campo", ha detto Balzani, "un campo in cui l'Italia è in ottima posizione." "Oggi si può andare avanti solo grazie alla collaborazione tra gruppi con esperienze molto specifiche e approfondite", ha aggiunto, "qui a Bologna abbiamo avuto un piccolo miracolo, e siamo aperti a tutte le collaborazioni, dagli Stati Uniti alla Cina."
Ma la sfida più urgente, ora, è quella di ottenere finanziamenti per le prossime tappe del lavoro. Il progetto è stato presentato al Ministero per l'Istruzione, l'Università e la Ricerca ma non ha avuto i finanziamenti richiesti. "Tra due mesi", ha detto Balzani, "presenteremo un nuovo progetto al ministero, elaborato in collaborazione con le università di Padova, Parma, Pavia e "La Sapienza" di Roma". Nel frattempo la ricerca va avanti grazie a fondi dell'università e dell'Unione Europea, mentre le possibili applicazioni del nanomotore sono allo studio del consorzio Aster, che riunisce università dell'Emilia-Romagna, enti di ricerca, Regione, Unioncamere e associazioni imprenditoriali.
(23 gennaio 2006)

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