Monday, December 28, 2015

Il Califfo in difficoltà chiama i suoi soldati alla guerra

Daesh stà perdendo terreno. Indebolito dalle sconfitte delle forze curde, con la sua capitale siriana, Raqqah, investita da attacchi aerei oramai giornalieri, anche delle forze russe, quando non fanno danno altrove, perso il controllo di Sinjar ed ora anche di Ramadi - ma quest'ultima città va bonificata da mine e da eventuali forze nemiche ancora presenti - il Califfato tenta di mantenere una parvenza di autorevolezza e di motivare le sue truppe attraverso la voce del suo leader che si rivolge direttamente ai suoi soldati spronandoli alla guerra, riafferma la forza dello "stato islamico" , attacca direttamente Israele minacciandolo di sterminio totale i suoi abitanti, un copione visto molte volte: i leader arabi in difficoltà interne - di ogni tipo - hanno sempre cercato di usare Israele come capro espiatorio su cui riversare opportunamente maledizioni e desideri di rivalsa, che anche il Califfo adottasse questa politica non era scontato, ma non è neppure incredibile.


A City under fire
Eppure se come dice Renzo Guolo nel video, Daesh è davvero sulla difensiva, proprio ora è il momento di fare maggiore attenzione alla sua folle sfida.

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